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martedì 25 ottobre 2016

Perché dimenticare l’amore? [Domande perBeni]

Dimentica l’amore
(ma non di buttare la pasta)

“Gentile Dr. Beni,
c’è quest’ uomo che abita con me e dice di essere mio marito, ma io non so chi sia. 
Parenti e amici mi dicono che il giorno delle mie nostre nozze, dopo il sì di risposta al prete, sono fragorosamente caduta. 
Al mio risveglio ricordavo tutto, il mio nome, le scuole frequentante, il pin della sua carta di credito, ma di lui niente!
Tra tutto quello che si può dimenticare, perché io ho dimenticato l’amore?”
Drusilla
Antonio P. Beni risponde
Cara Drusilla, la tua lettera mi ricorda una storia che lessi due giorni fa.
Una storia bellissima, avvincente e speciale.
Peccato che non ricordi il finale, i protagonisti e la storia stessa.
L’amore è spesso un perdersi e ritrovarsi.
La maggior parte delle persone dopo pochi anni di convivenza commenta nel buio della notte “Perché mai sto con questo?”
Nel tuo caso non hai dovuto attendere mesi o anni, né di spegnere la luce.
Quando l’amore della tua vita diventa un estraneo e sono passati solo due minuti, le domande da farsi sono altre ... Clicca qui per continuare a leggere ...

giovedì 20 ottobre 2016

Amore senza sesso: è vero amore? [Domande perBeni]

Amore senza sesso, il dubbio di CherryRed

“Caro Beni, ho sempre pensato che l’amore fosse qualcosa di romantico e poetico.
Da tre anni ho una storia che è come un sogno!
Lui è dolce e gentile come un principe.
Mi porta in giro per il mondo, mi regala gioielli, fiori, auto, gelati e case.
Il problema è che non facciamo sesso!
Che senso ha l’amore senza amplesso?”
CherryRed

Antonio P. Beni risponde

Gentile CherryRed, il tuo è un problema comune a tutte le donne sopra gli ottanta anni.
E’ vero che ne hai 27 e puoi ancora mangiare una mela senza che scappino via gli incisivi, ma hai l’occasione di vivere l’amore vero, quello disinteressato.
Una ricerca che ho condotto alcuni anni fa dimostrava che il 40% delle coppie sta insieme senza fare sesso.
Il problema era che il restante 60% lo faceva tradendo il partner con l’altro 40%. [...] Clicca qui per continuare 

lunedì 3 ottobre 2016

Amore che non muore

L'amore non muore nelle pagine di una vita solitaria, non muore se scrivendo fine una lacrima bagna l'aria, non muore quando solo poche persone ne assaggiano il gusto.

L'amore è una piccola luce che si accende nel buoi dell'universo, viaggia veloce in un tempo infinito. 
Non cade dalle montagne, non annega nei fiumi, non brucia nei vulcani.


L'amore non muore nella fine di una vita insieme, rinasce nelle sue infinite vite, parallele e incrociate, metafisiche e tangibili.

Come la vista di un cieco persa nella metà degli anni, l'amore ricorda com'erano fatti i solchi che tagliano in mille rughe una valle, e senza neppure aver bisogno di luce, vede nel buio, anche quando il buio è per sempre.

APBeni

lunedì 19 settembre 2016

Non ho bisogno di tempo

Non ho bisogno di tempo per sapere come sei:

conoscersi è luce improvvisa.
Chi ti potrà conoscere
là dove taci, o nelle
parole con cui taci?
Chi ti cerchi nella vita
che stai vivendo, non sa
di te che allusioni,
pretesti in cui ti nascondi.
E seguirti all'indietro
in ciò che hai fatto, prima,
sommare azione a sorriso,
anni a nomi, sarà
come perderti. Io no.
Ti ho conosciuto nella tempesta.
Ti ho conosciuto, improvvisa,
in quello squarcio brutale
di tenebra e luce,
dove si rivela il fondo
che sfugge al giorno e alla notte.
Ti ho visto, mi hai visto, ed ora,
nuda ormai dell'equivoco,
della storia, del passato,
tu, amazzone sulla folgore,
palpitante di recente
ed inatteso arrivo,
sei così anticamente mia,
da tanto tempo ti conosco,
che nel tuo amore chiudo gli occhi,
e procedo senza errare,
alla cieca, senza chiedere nulla
a quella luce lenta e sicura
con cui si riconoscono lettere
e forme e si fanno i conti
e si crede di vedere
chi tu sia, o mia invisibile.
dal libro "La voz a ti debida" di Pedro Salinas
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-80538?f=a:3383>

venerdì 16 settembre 2016

Tratteggio

Tratteggio il tuo profilo su un foglio bianco. Seguo le linee che il mio cervello ricorda. Tu eri li ferma, sola e immutabile come il tempo, io poco distante ma fragile e senza ancore. Non ricordo quando ti vidi, non c'erano orologi, non c'era clima, noi eravamo soli nella folla di una città inutile. Senza dire nulla, senza che nessun evento potesse portarti a quelle scelta, andasti via nel buco nero della metropolitana. Ed io solo, con il tratto discontinuo di un tuo ricordo.


A.P.Beni

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giovedì 5 novembre 2015

i Pendolari. Capitolo 1-La corsa al posto fisso

"Ciao, mi chiamo Antonio e sono un pendolare!" -
"Ciao Antonio!!"

Cosi' immagino possa essere l'inizio di un gruppo di aiuto simile agli "alcolisti anonimi": I Pendolari Anonimi.
Non e' che sia un vero pendolare, visto che mi sposto da Vigevano a Milano. Sono 35 KM, ma il tempo di percorrenza e' uguale alla traversata delle Manica durante un maremoto ! 1 ora e 45 minuti in auto, 1 ora e 43 minuti con i mezzi pubblici!
La variabile "effetto farfalla" del meteo si amplifica per un Pendolare.
Basta un nulla per ritardare il viaggio, con effetti a catena sullo spazio-tempo circostante. Ma partiamo dall'inizio.
Quando sei un pendolare due cose ti uccidono moralmente: lo sciopero e non trovare un posto per sedersi.

Il treno, vestito di graffiti e sputi, quando entra in stazione assomiglia a un grumo di miele gettato su mille formiche affamate.
Il treno entra lentamente in stazione, come un gigante addormentato e le fila dei pendolari si stringe.
Ci sono diverse tattiche per conquistare il posto a sedere.



La più diffusa e' la "spinta", ovvero si inizia a spingere il proprio vicino, il quale spinge il suo, cosi si arriva a chi ha conquistato la testa della fila, ottenendo una trasmissione della forza direttamente sul posto a sedere.
Si usa spesso anche la tattica del "finto disinteressato". Si resta nelle retrovie, si tende a fischiettare per dimostrare disinteresse al posto a sedere, quasi si vuol far credere che neppure si attendeva il treno, per scattare improvvisamente ai fianchi della fila e sgusciare dentro al treno calpestando anziani, bambini e donne.

Una volta saliti sul treno c'è l'effetto "atomica". Le persone iniziano a scontrarsi perche' chi è convinto che il posto a sedere e' sulla destra e chi ha la certezza che sia nella vettura di sinistra. Scontri che generano una vera fusione e a volte figli!

Una volta seduti, si guarda negli occhi di chi è rimasto in piedi e si alza il trofeo in alto con orgoglio.
A volte penso che se il pendolare dovesse scegliere tra posto di lavoro e posto sul treno, senza dubbio sceglierebbe il secondo, anche se ha le pulci.

"Ciao, mi chiamo Antonio e sono un Pendolare.... "


martedì 3 novembre 2015

Il BUCO

Ugo viene licenziato perchè si tocca sempre! Il problema è che si tocca sempre il naso. Il fatto è che non tocca il proprio naso ma un naso di gomma.
La questione è che il naso di gomma è inserito in un buco. Non parlo del buco del culo, ma del buco di una scrivania.



Il problema è che la scrivania è del capo. La cosa strana è che la scrivania del capo è stata cambiata prima che Ugo fosse assunto.
Quindi il buco non si trova nell'ufficio di Ugo. La scrivania del suo capo si trova in una casa.
Ugo non è stato licenziato perché non è in ufficio, ma perché si tocca il naso. Non il suo naso, ma uno di gomma.
Ora il naso è inserito in un buco, che non è il culo, ma è il buco di una scrivania, di preciso la scrivania del capo, ma non del capo di Ugo. La scrivania per fortuna non è in ufficio, ma in una casa. Il licenziamento non è scattato per assenza, ma perché la scrivania con il buco, ricordo che nel buco c'è il naso finto che Ugo tocca sempre, è in una casa. La casa è del Capo. Non il capo di Ugo, ma il capo di Liliana.
Liliana è stata licenziata. Liliana non è stata licenziata perché si tocca sempre. E' stata licenziata perché si fa sempre toccare il buco.
Non il buco del culo, ma il buco della scrivania del suo capo. Il suo capo ha cambiato scrivania. La scrivania è ora in una casa.
La casa è del capo di Sonia. Sonia è stata licenziata perché ha portato a casa del capo una scrivania bucata con un naso finto dentro e una persona di nome Ugo che lo tocca sempre, e una ragazza di nome Liliana che è contenta di farselo toccare. Il capo di Sonia ha fatto licenziare Ugo e il capo di Ugo ha fatto licenziare Liliana. Tutto ciò è successo per un buco, non un buco del culo, ma un buco in cui c'è infilato un naso finto, naso che Ugo ama toccare e che .....